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Crisi diplomatica Messico-Ecuador

Il Messico presenta oggi presso la Corte internazionale di giustizia a L'Aia il caso delle le violazioni del diritto internazionale da parte dell'Ecuador dopo l'assalto della polizia alla sede diplomatica del Messico a Quito per arrestare l'ex vice presidente, Jorge Glas, accusato di corruzione. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri del governo messicano, Alicia Barcena, in una conferenza stampa. "Andremo presso la Corte internazionale di giustizia a presentare questo triste caso e sicuramente andremo in tutti gli ambiti regionali, internazionali e multinazionali di competenza", ha affermato Barcena. "Ci sentiamo oltraggiati perché è stata violata l'immunità dell'ambasciata e del personale diplomatico e, inoltre, l'ingresso (della polizia) è stato molto violento", ha aggiunto la ministra, ringraziando la comunità internazionale e sottolineando l'unità delle figure politiche del Messico, a dispetto delle differenze, in "difesa della patria".
Numerosi Paesi della regione hanno espresso solidarietà al Messico tra i quali Argentina, Honduras, Bolivia, Venezuela, Brasile, Cile, Colombia, Cuba e Perù. Il Nicaragua ha interrotto le relazioni diplomatiche con l'Ecuador, mentre Unione Europea e Usa hanno ribadito l'importanza di rispettare le convenzioni internazionali. Il governo della Bolivia ha ritirato l'ambasciatrice a Quito, Segundina Flores, e ha convocato l'ambasciatrice dell'Ecuador in Bolivia, Miriam Esparza, per richiedere informazioni sull'accaduto. "Nel prossimo incontro della Celac la Bolivia interverrà attivamente", ha scritto il presidente boliviano, Luis Arce.

La conferenza economica per l'America latina e i Caraibi (Celac) si riunirà oggi e domani per discutere della situazione, come ha dichiarato la presidente dell'Honduras, Xiomara Castro, che detiene la guida di turno dell'organizzazione. "Di fronte alla chiara violazione della Convenzione americana sull'asilo e della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche da parte del governo ecuadoriano, attraverso la sequestro forzato dell'ambasciata messicana a Quito, ha convocato urgentemente questo lunedì, 8 aprile, la troika Celac e i ministri degli Esteri martedì 9 aprile. Sarà programmato un incontro dei presidenti", ha scritto Castro su X. La troika Celac è composta dalla presidente di turno dell'organizzazione e presidente dell'Honduras, Xiomara Castro; dal presidente della Colombia, Gustavo Petro, e dal primo ministro di San Vincenzo e Grenadine, Ralph Gonsalves.
L'Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha convocato due riunioni per martedì 9 e mercoledì 10 aprile. La prima, su richiesta dell'Ecuador, avrà come oggetto "Norme di relazioni diplomatiche e asilo". La seconda, promossa dai governi di Bolivia e Colombia, sarà incentrata su "Violazione della convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e il legame con lo strumento dell'asilo, insieme ai danni subiti dal personale diplomatico messicano in Ecuador". Ieri il personale dell'ambasciata - 18 dipendenti e le loro famiglie - è tornato in Messico con un volo della compagnia Aeromexico insieme agli ambasciatori di Germania, Panama, Cuba e Honduras, incaricati di vigilare sull'incolumità dei colleghi. Inoltre, il governo ha abilitato il sistema per i cittadini all'estero per assistere gli oltre 1.600 cittadini in Ecuador insieme al sostegno delle ambasciate di Cile, Colombia e Perù.
Il governo dell’Ecuador ha confermato sabato 6 aprile la detenzione di Glas, giustificando l'irruzione della polizia alla missione diplomatica messicana un atto di “difesa della sovranità nazionale”. È quanto affermato in un comunicato della presidenza ecuadoriana. “Noi difendiamo la sovranità nazionale. Dopo aver abusato dell’immunità e dei privilegi concessi alla missione diplomatica che ospita Jorge Glas e avergli concesso asilo diplomatico, contrariamente al quadro giuridico generalmente accettato, è stata effettuata la sua detenzione”, ha dichiarato su X la presidenza. Nella notte fra venerdì e sabato la polizia ha fatto irruzione nella sede diplomatica messicana nella capitale ecuadoriana ed è entrata nel patio principale per prelevare Glas, ricercato dopo essere stato condannato con l’accusa di concussione e corruzione. La ministra degli Esteri messicana, Alicia Barcena, ha fatto sapere su X che diversi diplomatici sono rimasti feriti durante l’irruzione, aggiungendo che l’atto costituisce una violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Barcena ha quindi annunciato che il Messico porterà il caso davanti alla Corte internazionale di giustizia (Cig) delle Nazioni Unite “per denunciare la responsabilità dell’Ecuador per le violazioni del diritto internazionale”, aggiungendo che i diplomatici messicani aspettano solo che il governo ecuadoriano offra le garanzie necessarie per il loro ritorno in patria.
La crisi tra i due Paesi si era acuita giovedì, quando il governo dell’Ecuador aveva dichiarato l’ambasciatrice del Messico a Quito “persona non grata” in seguito alle recenti dichiarazioni del presidente Lopez Obrador, affermando che lascerà il Paese “a breve”. Difendendo la sua decisione, la presidenza dell’Ecuador ha affermato in un comunicato: “L’Ecuador è una nazione sovrana e non permetteremo a nessun criminale di rimanere libero”. Il giorno prima la tensione tra Quito e Città del Messico era aumentata dopo che il presidente Lopez Obrador aveva rilasciato dichiarazioni in merito alle ultime elezioni vinte dal presidente ecuadoriano Daniel Noboa, affermando che si sono svolte in “modo molto strano”, e aveva citato l’assassinio del candidato presidenziale Fernando Villavicencio, avvenuto lo scorso agosto, insinuando che l’evento abbia favorito la vittoria di Noboa. In reazione, il governo ecuadoriano ha dichiarato l’ambasciatore messicano “persona non grata”